Negli
ultimi cinque anni lo sviluppo di internet è stato impressionane.
Oramai non è concepibile una vita senza avere uno smartphone, oppure
senza usare Google, Facebook eccetera.
Tutti
sono dipendenti. Nessuno escluso.
E
il bello di internet è che si presenta come la democrazia: libera e
appartenente al popolo. Ma, come la democrazia, internet ci riempe,
ogni giorno, di informazioni che sono una l'opposto dell'altra
causando la disinformazione che è pari, se non peggio, al
nascondere i fatti.
Il
capire se un'informazione è vera o fittizia dipende da ognuno di noi
e, in particolare, dalla nostra cultura generale. Per questo i
giovani sono la classe più colpita da questo nuovo “virus”.
Virus
perché riesce a far discutere le persone su fatti futili e
impossibili da verificare.
Internet
ha due facce: una utopica e l'altra distopica.
La
parte utopica è quella che permette di condividere i propri
pensieri, le proprie informazioni, di conoscere il mondo e creare un
collegamento tra noi e le persone che distano migliaia di chilometri
da noi. Tutto ciò rimpicciolisce ancora di più il mondo e permette
di non perderci mai. Tutto ciò ci permette di non essere mai soli.
E,
il non essere mai soli è un aspetto, per certi versi, distopico.
Distopico
perché siamo sempre controllati da internet, le nostre webcam
possono essere hakerate, le nostre password eluse, le nostre
informazioni personali sono di dominio pubblico appena ci registriamo
in un social network eccetera.
Insomma
internet come un bambino quando nasce: egli può diventare quelle che
vuole.
E
cosa sarà internet dipende soprattutto dalla società.
Solo
essa può decidere se diventerà il nuovo Grande Fratello o il mezzo
per creare un mondo migliore.
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