mercoledì 8 aprile 2015

Lo straniero

Perché ci svegliamo?
Perché, ogni giorno che passa, seguiamo la stessa routine?
Perché siamo sedentari?
Tutte queste domande trovano una ed una sola risposta: Sicurezza.
Ci svegliamo perché non volgiamo perdere la giornata, seguiamo la stessa routine perché abbiamo paura dei cambiamenti e siamo sedentari perché temiamo l'ignoto, temiamo chi non possiamo capire.
In poche parole temiamo l'altro, lo straniero.
Con il termine straniero non mi sto riferendo all'extracomunitario o a chi non è nato nel bel paese.
Con il termine straniero mi riferisco a tutti coloro che sono estranei dalla nostra vita.




Lo straniero è diverso. Noi non lo conosciamo e, di conseguenza, lo giudichiamo. Inutile fare i moralisti e i bravi ragazzi perché è così.
Cosa pensate quando vedete una persona sconosciuta per la strada?
Ve lo dico io.
Se è diverso, se si fa notare, magari indossando vestiti sgargianti, troppo formali oppure alla moda, voi lo giudicate.
E il fine del giudizio è quello di crearsi un alibi.
Sì, un alibi.
Ma perché dobbiamo, o abbiamo il bisogno, di crearci un alibi nei confronti di una persona che vediamo per la prima volta e di cui non ce ne frega niente?
Proprio perché non ce ne frega niente.
L'uomo è l'animale più moralista di tutti. A primo impatto sembra che ami tutti, ma sotto, sotto, vorrebbe uccidere tutti i suoi avversari uno a uno.
Tutti i suoi avversari di vita.




L'alibi ci serve a giustificarci del fatto che non volgiamo conoscere data persona.
Del fatto che vogliamo restare nel nostro mondo.
Del fatto che vogliamo restare nella nostra routine.
Nel nostro spazio sicuro.





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