Uno
degli elementi caratteristici del romanzo Orwelliano è la
distruzione della Storia. Chi è contro il partito
non solo sparisce ma non è mai esistito. Egli non è mai né nato né
morto. Egli non è presente da nessuna parte, le sue tracce vengono
oscurate e il suo cammino viene cancellato.
E
se questo non è possibile egli diviene simbolo di ogni disgrazia che
subisce il popolo.
Il
popolo schiavo dell'ortodossia.
Come
succede a Goldstein (alias Trotsky) che diventa l'accusatore di
ogni disfatta politica-militare che avviene. Questa tecnica della
distruzione della Storia ripesca a piene mani non solo dalla nostra
storia novecentesca( dalle persecuzioni del nazismo alla creazione di
falsi capi espiatori per giustificare crisi economiche) ma i rifà
direttamente al precedente romanzo dell'autore: La fattoria degli
animali.
Con
un'attenta analisi dei due scritti si può ben vedere che Palladineve
e Goldstein rappresentano la stessa persona, o perlomeno lo stesso
metodo di giustificazione creata da governi idealisti contro
difficoltà economiche-sociali. È incredibile come tutto questo
venga riassunto in 1984 riuscendo alla perfezione nell'intento di far
capire come la Storia serva, fondamentale, non soltanto per non
commettere gli errori fatti dai nostri antenati ma anche per evitare
che codesti errori vengano commessi da altri.
Di
seguito cito una parte di 1984, forse la parte che riesce i più a
far comprendere come la manomissione della Storia sia una delle
caratteristiche principali del romanzo:
“Nei
giorni andati, prima della vittoriosa Rivoluzione, Londra non era la
bella città che ora conosciamo. Era un luogo buio, sporco,
miserevole, dove sì e no c'era da mangiare e dove tanta povera gente
non aveva scarpe per camminare e un tetto per riposarci sotto. Anche
i bambini della vostra età dovevano lavorare dodici ore al giorno
per conto di certi crudelissimi padroni che li fustigavano con lo
scrudiscio se lavoravano troppo lentamente, e li nutrivano soltanto
di croste di pane ammuffito e d'acqua. Ma in mezzo a tutta questa
orribile mirano pure poche case belle e grandi dove vivevano i ricchi
che avevano fino a trenta servitori per attendere ai loro bisogni.
Questi ricchi erano chiamati capitalisti. Erano grassi, brutti e con
certe facce cattive, come quelle che si vede nella pagina di fronte.
Come vedete è vestito di un lungo abito nero che era chiamato
finanziera e porta un buffo cappello lustro che sembra un tubo di
stufa e che era chiamato cilindro. Questa era l'uniforme dei
capitalisti e a nessuno era permesso di indossarla se non a loro. I
capitalisti possedevano tutto ciò che era nel mondo e le altre
persone erano loro schiavi. Essi possedevano tutte le terre, tutte le
case e tutto il denaro.
Se
qualcuno disobbediva loro, essi lo potevano mandare in prigione o lo
potevano far cacciare dell'impiego e farlo morire di fame.
Quando
le persone comuni dovevano rivolgersi a un capitalista erano
obbligati a inchinarsi tremando e togliendosi il cappello, e a
chiamarlo “Signore”. Il capo di tutti i capitalisti era chiamato
il Re e...”
(Libro
1, Capitolo 7)
Questo
passo non ci mostra soltanto la manomissione della Storia( nel libro
si parla prima della Rivoluzione e cioè pressapoco negli anni
cinquanta) ma sopratutto lo stereotipo del capitalista. L'uomo
vestito di nero e con il cilindro che tutto ha e tutto vuole. Una
visione del mondo simboleggiato dal dollaro adottato riferendosi al
mondo sovietico dove così era visto l'americano medio.
Dal
testo si edice, inoltre, la volontà del partito a indottrinare il
giovane( il testo e ritratto da un libro di storia per bambini che
Winston Smith ricopia sul suo diario) a proposito della vita
precedente alla Rivoluzione. La vita dell'operaio capitalista è
vista come orribile, terrificante e inauguratile ma, se leggiamo il
testo, notiamo che non cambia più di tanto da quella dei prolet
o dei membri del partito esterno. Dopotutto il governo dipinto da
Orwell è senz'ombra di dubbio un governo a stampo comunista e, come
sappiamo, il capitalismo è lo sfruttamento dell'uomo da parte
dell'uomo e il comunismo è lo sfruttamento dell'uomo da parte dello
Stato.
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