domenica 12 aprile 2015

Cos'è la distopia?

Cos'è la distopia?
La distopia è il diverso, l'opposto.
La distopia è il nero che privilegia sul bianco.
È l'egoismo che privilegia sulla bontà.
Il male che privilegia sul bene.
Per distopia si intende la descrizione di una società immaginaria altamente indesiderabile o spaventosa.
Ma non solo.
Essa è soprattutto la vittoria dell'egoismo umano e delle leggi Darwiniane sulla società, sul collettivo.
La vittoria del nostro Io più scuro sul mondo.


Essa nasce come contrapposizione dell'utopia.
Infatti, il termine distopia, nasce per “creare” l'antiutopia.
Nasce perché l'uomo non vuole solo sognare il mondo perfetto ma anche quello imperfetto.
Perché l'uomo è pessimista.
Non crede che possa cambiare il mondo, e, anche se cambia, percepisce ogni cambiamento come un passo in più verso la distopia.
Come un vecchio che critica la generazione attuale.
Il nuovo è sempre peggio. Il nuovo è sempre distopia.



Ma come nasce la distopia?
La distopia nasce nel secolo passato, prima, letterariamente, poi, politicamente.
Dal punto di vista letterario ricordiamo “il padrone del mondo” di Benson, “il nuovo mondo” di Huxley, eccetera.
Ma, il “primo” romanzo dispotico, non per tempo ma per rappresentazione della peggior società immaginabile è 1984 di George Orwell.


La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l'ignoranza è forza. [1984, Geroge Orwell]

Una società dispotica. Anzi no, LA società dispotica.
Orwell fonde Nazionalsocialismo e Stalinismo creando il mondo “perfetto”. Un mondo dove non esiste più l'individuo, non esiste più la privacy, dove non esiste più la Storia.
Un mondo dove ognuno è l'ombra di se stesso, dove, in poche parole, ognuno è l'attore della propria vita.
Orwell è perfetto nella descrizione della società controllata dal “grande fratello”.
Il romanzo Orwelliano è LA DISTOPIA per eccellenza.

Ovviamente esistono diversi tipi di distopia che si scostano dal mondo “Orwelliano”.
Esse si riscontrano in Asimov ( Io robot), in Pierre Boulle (Il pianeta delle scimmie) eccetera.
Queste non sono distopie Orwelliane, cioè politiche, tratti da mondi “reali” come lo sono stati Nazionalsocialismo e Stalinismo, ma distopie che dipingono una società completamente diversa dalla nostra. Società future, che potremmo definire fantascientifiche, oppure società dove l'uomo non è l'essere più evoluto sulla Terra.



La distopia è presente anche in altre realtà come cinema, musica ed arte.
Ma, oggi, ci fermeremmo al suo significato e al suo primo mezzo di diffusione: la scrittura.


L'antiutopia, il nero, il male, questa è la distopia.
M soprattutto essa è la voglia dell'uomo moderno di volersi male, di essere intellettualmente masochista.
O forse no!
Forse, la distopia, è la vera coscienza umana, l'apoteosi dell'egoismo umano che privilegia sulla società.

Dopotutto, quanti di voi non hanno mai desiderato di essere il grande fratello?

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