venerdì 3 aprile 2015

Ricordare il passato per vivere il futuro

La Storia.
La Storia è il nostro bagaglio più importante.
È quello che siamo, quello che eravamo e quello che saremmo.
Molti pensano che la storia non sia nient'altro che una progressione di date e di avvenimenti, troppo lontani per capirli e comprenderli alla perfezione.
Questi si sbagliano.
Con il termine Storia si intendono tutti gli avvenimenti succeduti dalla nascita dell'uomo( gli ultimi tre milioni di anni), ma non solo.
Essa è soprattutto l'insieme delle nostre abitudini, della nostra cultura, del nostro modo di pensare.
Tutti i nostri comportamenti sono riflessi dallo specchio dalla Storia.
Gli elementi che più di tutti usiamo per avvicinarci alla storia sono il Ricordo e l'Immaginazione.
Il primo è il modo per vivere la storia già vissuta e il secondo ci aiuta a vivere storie antiche ed immaginarie.


Ma è possibile immaginare un evento non vissuto?
No. Ma, conoscendo perfettamente tutte le sfaccettature dell'evento interessato, possiamo avvicinarci il più possibile al limite che avvicina il Ricordo all'Immaginazione.
Come Nietzsche diceva nel suo saggio “Considerazioni inattuali- Sull'utilità e il danno della storia per la vita( 1884)”: Osserva il gregge che pascola davanti a te: non sa che cosa sia ieri, che cosa sia oggi, salta intorno, mangia, digerisce, alta di nuovo. È così dal mattino alla sera e giorno dopo giorno, legato brevemente con il suo piacere e il suo dispiacere, attaccato cioè al piolo dell'attimo e perciò né triste né annoiato […].
Il ragionamento del filosofo tedesco è tanto profondo quanto semplice da comprendere: l'uomo è l'unica creatura sulla Terra che ha la capacità di Ricordare. È il solo capace di trasmettere, studiare e mantenere negli anni a venire le conoscenze passate.
Gli esempi più concreti di questa incredibile capacità umana sono l'evoluzione della matematica, della letteratura, il multiculturalismo mondiale, eccetera.
Ma, nonostante questo dono, l'uomo ha un grande difetto: è, per natura, un animale egoista.
“La distruzione del passato è uno dei fenomeni più tipici e insieme più strani del Novecento( E. J. Hobsbawn “Il secolo breve”)”.
Come commenta, con un pizzico di delusione, Hobsbawn, l'uomo non vuole ricordare tutto, specialmente non vuole ricordare l'ultimo secolo. Egli vuole dimenticare il dolore provato per la prima guerra mondiale; la gioia, che successivamente, si è tramutata in pura illusione, provata con la nascita del primo governo del popolo; la tensione politica-sociale che ha causato la seconda guerra mondiale; Hiroshima e Nagasaki; il dopoguerra; le rivoluzioni; la fine dell'illusione comunista; la nascita del capitalismo moderno; la rivoluzione culturale del '68; eccetera.

L'uomo tenta di dimenticare il “secolo breve”.
È come se un figlio volesse dimenticare suo Padre e i suoi insegnamenti. Forse può dimenticarsi l'uomo ma non potrà mai dimenticare la serie degli insegnamenti ricevuti.
Stesso discorso vale per il rapporto tra la storia del Novecento e l'uomo.
“La storia recente dell'uomo europeo si riassume in questa incapacità di cadere nel tempo e di conoscerlo( Spinelli, “i sonno della memoria” 2001).”
Spinelli intuisce che l'uomo non riesce a comprendere il Novecento, perciò cerca di dimenticarlo.
Ma non ci riesce. Non ci può riuscire.
È impossibile dimenticare il secolo che ci ha fatto vedere nuove possibilità di vivere, di combattere, nuove conoscenze e una più ampia visione di ciò che siamo interiormente( Freud) e di ciò che ci circonda( Einstein).
In poche parole è impossibile dimenticare quello che eravamo, per quanto violenti, ignoranti e intolleranti fossimo.



“La memoria è il rombo sordo del tempo, scandisce il distacco del passato per tentare di capire quel che è accaduto( E. Loewenthal “La Stampa” 25-11-2012)”.
Condividendo il pensiero di Loewenthal, e cioè che con la memoria si può tentare di capire il passato, concludiamo dicendo che la storia è l'elemento che più ci differenzia dalle altre creature di Dio.
La nostra incredibile capacità di capire cosa va ricordato e cosa no, capacità che risulta soggettiva nel singolo ma oggettiva nel gruppo, ci investe, di diritto, dell'incarico di essere più evoluto sulla Terra.
L'unico modo per avere un future il più roseo possibile è quello di non commettere più gli errori dei nostri predecessori.
Per far questo bisogna conoscere il passato; gli errori che abbiamo commesso, il perché li abbiamo commessi e il come li abbiamo commessi.
In poche parole è necessario conoscere la Storia, espressione più profonda del nostro Io.


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