mercoledì 29 aprile 2015

La “libertà” americana

Il concetto di libertà è molto soggettivo. Infatti la libertà è tale finché non compromette quella degli altri e questo fattore, senza dubbio, è un obbligo che priva la libertà del suo vero essere.
Per cui non esiste la libertà, o almeno non è realizzabile finché esiste più di una persona sul mondo.
E su queste basi che si può dire che la libertà americana è, di persé, una libertà fittizia, falsa, ingannevole.



Da quando l'America si è auto-elevata a “distributore di democrazia e libertà”, cioè dalla sua nascita fino agli ultimi episodi in medio oriente, si è “divertita” a portare la guerra per il mondo, rimpiazzando i vecchi governi “dittatoriali” con la sua democrazia, i suoi ideali di libertà e la sua “cultura”.
Una cultura che è vecchia più di tre secoli e crede di essere, o ne è convinta, pari se non superiore a quella Europea.
Una cultura debole nel profondo, ma che pare forte e intaccabile all'infuori: la cultura del sogno americano; la cultura della libertà.
Questa libertà americana è data dalla serie di concessioni date dalla costituzione degli Stati Uniti d'America che sono principalmente:
  • Il primo emendamento garantisce la libertà di culto, parola e stampa, il diritto di riunirsi pacificamente e il diritto di appellarsi al governo per correggere i torti. Esso inoltre proibisce al Congresso di "fare alcuna legge per il riconoscimento di qualsiasi religione" — rendendo questo emendamento un campo di battaglia delle guerre culturali della fine del XX secolo.
  • Il secondo emendamento garantisce il diritto di possedere armi; se tale diritto sia esteso ai privati cittadini o solo alle milizie statali è stata questione di acceso dibattito, e le varie corti hanno interpretato il suo significato in diversi casi sin dal 1900. Ma nel luglio del 2008 la Corte Suprema degli Stati Uniti ha riconosciuto il diritto dei cittadini di possedere armi, dichiarando incostituzionale la legge del distretto di Columbia che invece ne vietava, ai residenti, il possesso. È così stabilito il diritto individuale dei cittadini americani ad essere armati annullando la legge che da 32 anni proibiva di tenere in casa una pistola per difesa personale nella città di Washington. La sentenza ha fornito un'interpretazione definitiva al Secondo Emendamento della Costituzione che dal 1791 sancisce il diritto di portare le armi. Questo significa che è stato riconosciuto un diritto inviolabile al pari di quello al voto e della libertà di espressione.
  • Il terzo emendamento prevede che le truppe non possano essere acquartierate in abitazioni private senza il consenso del proprietario.
  • Il quarto emendamento difende da perquisizioni, arresti e confische irragionevoli.
I quattro emendamenti successivi trattano il sistema della giustizia:
  • Il quinto emendamento vieta i processi per un crimine grave se non su accusa da parte del Gran Giurì. Proibisce inoltre la ripetizione del processo per la stessa offesa a seguito di un'assoluzione (eccetto in alcuni casi ben specifici), vieta la punizione senza un giusto processo di legge, e prevede che una persona accusata non possa essere costretta a testimoniare contro se stessa.
  • Il sesto emendamento garantisce un processo penale rapido e pubblico. Richiede il processo da parte di una giuria (di pari), garantisce il diritto alla difesa per l'accusato, e prevede che i testimoni debbano assistere al processo e testimoniare in presenza dell'accusato.
  • Il settimo emendamento garantisce un processo davanti ad una giuria per i reati civili che coinvolgano un valore della causa superiore ai 20 dollari.
  • L'ottavo emendamento vieta le cauzioni e le multe eccessive, e le punizioni crudeli o inusitate.
Gli ultimi due dei dieci emendamenti contengono dichiarazioni di autorità costituzionale di ampio respiro:
  • Il nono emendamento dichiara che l'elenco dei diritti individuali non è inteso come esaustivo; che il popolo ha altri diritti non specificamente menzionati nella Costituzione.
  • Il decimo emendamento prevede che i poteri che non sono delegati dalla Costituzione al governo federale, o da essa non vietati agli Stati, sono riservati ai rispettivi Stati, o al popolo.


Da questi dieci emendamenti della carta dei diritti americani si concerne come la libertà americana sia, in linea teorica, la più vicina all'ideale della libertà comunemente condiviso dalla società. Per questo motivo la libertà professata dagli americani è inappellabile, perché è, in teoria, giusta.
Il problema sorge quando bisogna trasportare nella realtà le parole scritte su un pezzo di carta. E li sorgono i problemi legati al possedere ogni tipo di arma, alla VERA libertà di stampa, alla vera libertà di circolazione, alla vera libertà di professare la propria fede eccetera.
È in quel momento che si capisce se ciò che si dice è perlomeno simile a ciò che si tenta di fare.
Se volessimo fare un paragone, anche se un po' forzato, potremmo dire che la libertà americana è simile al comunismo sovietico. Siccome entrambi ammettono sia un pensiero, un'ideologia che, se presa strettamente dal punto di vista filosofico, sono utopistiche; sia un aggettivo che degrada questi pensieri umani a realtà irrealizzabili e dispotiche. Distopiche perché non rispettano più le proprie radici; perché hanno puntato troppo in alto e hanno finito per essere una parodia di se stesse.
Se volessimo citare un grande cantautore italiano, che mette in relazione questi due sogni, quello comunista e quello americano, potremmo dire che:

qualcuno era comunista perché desiderava una libertà diversa da quella americana”




L'America è il paese meno democratico di tutti quelli degli stati del “primo mondo” non tanto per quello che è effettivamente o per quello che attua in termini di riforme e libertà. Ma perché pretende di ergersi a “simbolo di libertà”, titolo che, meno di un secolo fa, si è dato il governo sovietico. E sappiamo tutti com'è finito quel governo di uomini “liberi”. 

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